arieccomi!
stavolta è passato più tempo del previsto, e forse è il bello di questa newsletter. te la ritrovi nella casella di posta ogni volta che hai perso le speranze, che l’hai data per dispersa, e che a un certo punto te ne sei dimenticat-.
ormai ho abbandonato il romanticismo nei confronti dell’amore, ma perché farlo con tutto il resto? rr, resto romantica, mi piace l’idea che arrivi quando meno te la aspetti, un po’ a tradimento, in maniera quasi ormai inopportuna. mi piace l’idea di farti una sorpresa, che maniae ti accompagni in un momento della tua giornata in cui non avresti pensato di trovarla.
non chiede più scusa per l’attesa, non chiede permesso. è qui, di una lunghezza che scoprirò insieme a te solo alla fine.
la vita senza
il nuovo trend? o meglio, la necessità: la deprivazione, l’astinenza.
è la reazione fisiologica al consumismo.
siamo sotto assedio, sovrastimolati. continuamente sollecitati dalle notifiche, dalle scadenze di un lavoro che ci spolpa, da quelle dei social media che ci chiedono una prova continua della nostra esistenza; dalla vita che abbiamo intorno, rumorosa, intrusiva come le ansie, di qualsiasi tipo siano; dai doveri e da una ricerca dei piaceri continuamente frustrata perché non abbiamo abbastanza risorse per perseguire quelli che ci propone il capitalismo.
se dimentichiamo di difenderci da questo continuo bombardamento finiamo sepolti: la vita diventa un’escape room da cui riemergere scavando con le unghie. non so se è per la quantità esagerata di educazione cattolica che mi hanno inculcato a scuola, dalle elementari alla terza media, a catechismo e poi all’università, ma per anni ho abitato il presente sempre in una prospettiva escatologica. senso del dovere esagerato, eccessivo spirito di sacrificio. è giusto rimandare il piacere al fine di perseguire un obiettivo, ma poi a una certa ci si rende conto che soffrire non ci rende automaticamente migliori.
negli ultimi tempi, come tanti, ho conquistato consapevolezza e fatto ordine tra le priorità, scoperto di poter essere lucida. non voglio vivere il mio presente come qualcosa da cui scappare: cerco di trasformarlo nella preparazione per qualcosa che sempre di più mi assomigli.
è il momento del risveglio, e so che lo stiamo vivendo in molti. qualcuno si è da tempo alzato bruscamente dal letto per un cambio vita. qualcuno, come me, non ha avuto la forza di catapultarsi fuori dal piumone e ha continuato a postporre la suoneria, ma ora ha aperto gli occhi, e sta provando a disegnare un piano per abitare meglio questo posto.
un consiglio? cerchiamo di essere minimal. la vita oggi si definisce per sottrazione. la vita senza.
l’equilibrio che sto costruendo mi sembra meno precario del solito, ma non dimentico mai che è frutto di grande disciplina e non è infallibile. mi regalo le giuste ore di sonno, non mi espongo a turbamenti sentimentali, né ai postumi di eccessi certificati come nocivi. tolgo, rinuncio. ma guardiamola in positivo, e cioè con il segno + al posto del -. cosa guadagno?
prendo lo spazio che serve per elaborare i tre macro-tempi verbali, riducendo gli impegni. me ne fotto del ritmo del sistema, provo a camminare al mio ogni volta che posso. accetto cioè che mi serve e ciò che mi porta giovamento (che sia scelta di o scelta di non), respingo tutto ciò so che si trasformerà in veleno (se posso permettermelo). non ci riesco ogni singolo giorno, ma ci provo.
la parola chiave è per me non è rinuncia, bensì “ritiro”, è uno dei due volti della medaglia. è grazie a questo che vivo tutto ciò che sta fuori e dentro di me con pienezza. funziona come un’onda. una marea. è un movimento che prendere una rincorsa, allontanarsi per poi lambire.
cerco conferma, corrispondenza tra quello che vivo io e le coordinate in cui sono inserita, intese come società.
the cut scrive di donne che scelgono l’astinenza, per concentrarsi su se stesse: desiderio di auto-scoperta, crescita personale, ricerca di relazioni più autentiche. da giorni parlo con chi mi circonda di quanto in questo momento io sia profondamente a mio agio con il mio essere “sola”, nel senso più neutro del termine. è da oltre 3 mesi che non faccio date, e mi rendo conto di non desiderarne in alcun modo. non per paura di rifiuto o sofferenza, come lo scorso inverno, ma perché sono già “soddisfatta”, “felicemente occupata”. scopro leggendo questo pezzo che non sono l’unica.
l’algoritmo non mi conosce così bene allora, o sa qualcosa che io non so? eccomi targhettizzata da un nuovo servizio (a pagamento) che mi propone di andare a cena con 5 conosciuti perfettamente matchati dopo che sono registrati i nostri dati e le nostre preferenze. lo proverei per scriverne, come ho fatto in passato con le app e gli speed date, ma in questo momento devo conservare i pochi soldi che ho per trasformarli nelle mie brevi vacanze estive. ma nessun servizio nasce e prospera se non risponde a un bisogno. prima o poi comunque con quei 5 sconosciuti ci parlo, voglio sapere.
il times intanto consiglia i posti in cui conoscere le persone nella vita vera:
“oltre un decennio dopo che tinder ha cambiato il mondo degli appuntamenti, le persone sono stanche: stanche di scorrere in modo transazionale; dei primi appuntamenti monotoni per conoscersi; e delle conversazioni che si spengono in pochi giorni. in molti, specialmente i giovani, esprimono apertamente il desiderio di quella scintilla che sembra mancare quando si scorre senza pensieri un'app. c'è un desiderio di tornare ai tempi in cui si incontrava qualcuno di persona, una nostalgia per la connessione umana. ma, se è la serendipity che desideri, dove andare a incontrare nuove persone a new york? 3 giornalisti di Styles hanno esplorato la città alla ricerca di luoghi divertenti per tutti i tipi di persone — che tu sia un amante dei libri, un festaiolo, un appassionato di fitness, un introverso o un estroverso. al link nella nostra bio ci sono 14 posti nei cinque distretti che suggeriscono per incontrare persone nella vita reale.”
new york è a modo suo il mondo occidentale all’ennesima potenza. dagli usa mi arrivano reel e articoli di persone che cercano “nuove connessioni” nei club e attraverso le app sportive. sono soprattutto i millennial come me. le trentenni di tutto il mondo esasperano l’ironia su quell’uomo nella finanza con gli occhi blu che vorrebbero a tutti i costi trovare. la gen z torna invece ad affidarsi al match making:
“tutti vorrebbero liquidare la generazione z come quella che non prende nulla sul serio, ma molti di loro che cercano relazioni reali, più tradizionali.”
cosa sta succedendo? siamo forse davvero arrivati all’esasperazione?
basta superficialità: o le connessioni hanno valore, o tanto vale ritirarsi, concentrarsi su chi siamo, chi stiamo diventando, cosa vogliamo. ricalco le donne ritirate, incarno la mia generazione. sono una donna del mio tempo.
alcuni vedranno in questo il trionfo di un certo individualismo. altri la morte definitiva della coppia, cominciata nel momento in cui il confine tra reale e immaginario si è assottigliato, mettendo in crisi, o riflettendo?, quella delle relazioni tradizionali.
astensione dal sesso. astensione dall’alcol – e da altri vizi. fuga (sempre più narrata e narrabile) nella natura per recuperare i sensi animali, o per predicare una ricerca. la ricerca di una vita ascetica.
viae di fuga
se mi segui da un po’, conosci i moti di intolleranza che da sempre mi prendono nei confronti di milano. per fare pace con questa città sfinente sto mettendo in campo diverse strategie.
una delle mie preferite è la fuga domenicale nel verde. sveglia alle 6 del mattino circa, colazione, cacca e via, evitando il traffico, verso i monti da scalare con i miei nuovi scarponcini da trekking. l’amico e collega valerio berra mi ha consigliato dei bei giretti da fare a circa un’ora di macchina o treno da questa città ricca di contraddizioni, condivido qui di seguito:
🌱 passeggiata da canzo ai corni (di canzo)
si può arrivare alla stazione del paese in provincia di como. se arrivi in macchuina occhio alla ztl nel weekend, consiglio di lasciarla accanto al cimitero senza passare dal centro. da lì arrivi al alle fonti del gajum e prosegui. se come me arrivi presto incontri davvero poche persone. se arrivi più tardi trovi più folla nella prima parte del percorso, che arriva al primalpe, poi si dirada la presenza umana. da lì – se è aperto visita il museo della montagna, io purtroppo non ho trovato nessuno e me lo sono perso – prosegui per il secondo e terz’alpe, oppure prendi una via alternativa che si inerpica nel bosco. direzione: rifugio sev, dove puoi pranzare. consiglio di prenotare (e se vuoi di fare già lo scontrino per prenotare non solo il posto, ma anche il pranzo!). da lì in circa un’ora, se prosegui, puoi arrivare in cima ai due corni. la salita fino al rifugio è a tratti ripida, ma gestibile. per i corni devi fare un po’ più di attenzione, c’è quasi da arrampicarsi.
per salire da canzo al rifugio ci vogliono un paio d’ore abbondanti, più una per fare entrambi i corni.
🌱 verso il monte cornizzolo
inserisci sul navigatore “crotto del capraio”, civate: non arrivi proprio al ristorante, ma puoi parcheggiare poco prima a pagamento (8 euro per tutta la giornata), o ancora prima, lungo la salita, senza pagare. io quando sono andata ero in lieve ritardo sulla tabella di marcia, quindi ho scelto di sganciare quei soldi per risparmiare un quarto d’ora. forse non lo rifarei :) ah, il parchimetro l’ultima volta non prendeva le monete, ma accetta la carta. il sentiero principale, passato il crotto, diventa presto molto molto ripido (e fangoso, se ha piovuto nei giorni precedenti, quindi occhio), passa per il bellissimo monastero di s.pietro al monte. dopo circa un’ora e mezza, a quanto ricordo, sono arrivata al rifugio sec. non ci ho mangiato, perché avevo delle piadine preparate a casa, e ho proseguito per la vetta del cornizzolo (da cui ho potuto ammirare i corni conquistati la settimana prima, e una visuale commovente dei laghi della zona) e poi, a seguire, per quella del monte rai, di fronte. quando sono ripassata dal rifugio per una bibita era letteralmente preso d’assalto, quindi anche qui consiglio la sveglia prestissimo. in salita, comunque, ho sputato sangue, quindi per il ritorno ho scelto un sentiero più tollerabile per le mie ginocchia. per trovarlo segui la strada asfaltata fino a una curva a gomito, lì parte la discesa alternativa. diciamo che la salita, con entrambe le vette, richiede circa 3 ore.
i prossimi trekking (consigliati sempre da valerio) saranno diretti a:
🌱 rifugio rosalba (colle pertusio, lecco), con versione più o meno lunga, and
🌱 rifugio brioschi (grigna settentrionale, lecco - 3 ore, 1000 metri di dislivello), and
🌱 sentiero del viandante (lecco), in particolare la quarta tappa da dervio a colico (3:30 - 4:00 ore | 12 km, 500 metri di dislivello positivo). valerio mi assicura che “puoi lasciare la macchina a dervio, arrivare a colico, farti un bagno al lago e poi tornare con un ottimo e comodo trendo da dervio a colico – se non vuoi prendere la macchina puoi anche arrivare a dervio direttamente da milano centrale”.
se ci sei già stat-, fammi sapere come ti sono sembrati, così scelgo cosa fare per primo!
cose che potresti aver perso - e altre vie di fuga
🔥 è uscito il mio primo singolo!
si chiama sbronza, è nato in un dopo sbornia dal match tra me e marco, cioè i tfr, cioè, spero, il tuo nuovo gruppo preferito. se ti abbiamo conquistato, seguici su instagram, salva il pezzo tra i tuoi preferiti su spotify (o qualsiasi altra piattaforma attraverso cui ascolti musica, tanto siamo ovunque), infilalo in tutte le playlist estive (e non) e spammalo ai tuoi amici (e perché no, nemici: meritano anche loro un tarlo nel cervello). è bello essere indie, ma per diventare pop abbiamo bisogno del tuo aiuto.
✨ ho iniziato una serie video sui campanelli delle bici delle città. per ora trovi milano e ferrara, ma intendo molestarne altri.
💥 tra le ultime puntate di “porto mio padre” c’è quella dedicata al floating, cioè uno dei miei nuovi metodi di rilassamento preferiti. consiste nell’immergersi nudi in una vasca di deprivazione sensoriale a forma di uovo-conchiglia gigante contenente acqua e un’altissima percentuale di sale, in particolare solfato di magnesio, che favorisce il galleggiamento e porta a sperimentare la perdita di ogni gravità – e, di conseguenza, del proprio corpo. dopo aver chiuso il coperchio, si rimane in compagnia di una una voce e di luci colorate che guidano al rilassamento, e poi, dopo poco, di buio e silenzio completi. sono tornata da cocoon milano per un secondo round, e tra qualche giorno ne parlerò su ig e su tiktok, quindi se sei curios- potrai a breve saperne di più.
💫 ho fatto un giretto nella camera anecoica di caimi, in brianza, e l’ho anche raccontato su geopop.
⚡ a breve arriva un mio nuovo format dedicato agli analcolici (:
il mio impegno per farvi capire che “non bere” non è da sfigati, e anzi, può essere più cool, continua – ve ne ho parlato qui insieme al nutrizionista simone gabrielli.
in ascensore un collega mi ha chiesto, con ammirazione: “ma quante cose fai?”.
un altro ha risposto, al posto mio, con una leggera ostilità: “forse troppe!”
io ho pensato: “pensala come ti pare, ma mai come oggi mi rendo conto di quando queste sfaccettature siano parte integrante della mia identità, ciascuna a modo sup”, ma ho semplicemente detto, con serenità: “e chi lo sa?”
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ultimo rush: random shit
💬 brut america ha intervistato il papà del papyrus, il/la font che ossessiona ryan gosling <3
⏰ a proposito di risvegli: mi hanno scippato l’idea per un reel, ma direi che il risultato è totaleeeee
🎆 il test per scoprire che amico sei – io una lucciola ç_ç
🧅 consulta anche tu una cipolla come oracolo O:
🤖 umano vs ai: dai, dimostra che siamo diversi!
🤌🏼 io con un’ai sessita ci ho litigato…
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per questa puntata è tutto, se vuoi suggerirmi argomenti di cui parlare nella prossima o alimentare la discussione lascia pure un commento o scrivimi via mail.
grazie per la lettura e a prestissimo!