maniae itineranti
sul camminare, e soprattutto su come iniziare a farlo: i trekking
ciao (:
come stai? cos’hai combinato in tutto questo tempo in cui non ci siamo sentiti? se ti va scrivimi la novità più pazzesca dei tuoi ultimi sei mesi in coda a questa newsletter. e non vale dire “lucio corsi”.
io non ho fatto altro che lavorare, camminare (che è il tema di questa newsletter!) e dare voce, in tutto il tempo che mi restava, alle mie ricorrenti necessità espressive: ho iniziato un corso di improvvisazione teatrale, ho imparato qualcosina in più sulle cucine e culture straniere, ho trovato la mia vera vocazione, cioè recensire gatti randagi e cani vestiti, ed è uscito il mio primo ep (trattamento di fine rapporto: chi lo avrebbe mai detto che da un match su una dating app sarebbe nato un duo musicale?).
sarò sincera: è la quinta sesta settima volta che comincio questa newsletter negli ultimi mesi. non sono mai riuscita a finirla, ma stavolta ho deciso che parlerò di una delle mie cose preferite, camminare, quindi dovrei farcela. sarà quella buona? beh, tu se l’hai ricevuta lo sai già. io invece lo scoprirò quando avrò finito di scriverla.
camminare piace a (quasi) tutti
qualche giorno fa ho letto un approfondimento di nss magazine, che titolava: “gli hobby della gen z sono sempre più da anziani: il successo dei walking group tra le nuove generazioni”, partendo da alcuni dati relativi del financial times al regno unito che, lo sappiamo, è solo un po’ in anticipo rispetto a noi, ma manca poco perché inizi a parlarne il sole24ore rispetto all’italia.
spinti dalle tendenze sui social network, dalla ricerca di uno stile di vita più sano e dalla voglia di fare nuove amicizie, sempre più giovani si stanno appassionando al trekking e alle camminate nella natura. un fenomeno, questo, in forte crescita soprattutto nel regno unito, come segnala il financial times, dove numerosi gruppi escursionistici formati da millennial e gen z stanno ridefinendo un'attività tradizionalmente associata a un pubblico più adulto […]
a parte che io sono una millennial che tra qualche mese sarà più prossima ai quaranta che ai trenta, e quindi la mia è forse più che altro una precoce crisi di mezza età, ma mi trovo in linea con i più giovani su molte cose: ho smesso di bere (qui un recente approfondimento sulla sober curiosity), esco sempre meno la sera e non vado a cena fuori (per motivi economici e di orari), e faccio un sacco di cose che prima erano considerate da anziani, tipo, appunto, trekking e cammini. come sono arrivata a questo? per una serie di motivazioni, tutte estremamente legate alla città. sono stufa di stare nel cemento e a questi ritmi, e soprattutto ho voglia di stare bene dal punto di vista fisico e mentale.
dopo la popolarità dello stile outdoor e dell’invasione di scarpe salomon per cui tutti hanno cominciato a vestirsi da trekking per andare a ballare e a fare aperitivo, vuoi vedere che usare questi capi per il motivo per cui sono stati progettati sta diventando di moda? ben venga, a patto che non si trasformino i paradisi naturali in roccaraso, non ci si metta in pericolo come i turisti sull’etna, e che questo porti invece con sé un modo di fare turismo sempre più sostenibile e rispettoso.
io non credo di essere pronta ai “gruppi di camminata”, forse perché ho iniziato già da molto giovane a fare escursioni in solitaria, e camminare da sola nella natura, al riparo dagli stimoli acustici urbani è per me un modo incredibile per ricaricarmi. e non so se per imparare a camminare sia davvero necessario avere qualcuno che ce lo insegna, ma spessissimo, quando racconto sul mio profilo instagram, delle mie gite del weekend o dei miei cammini, in tanti mi chiedono da che parte cominciare e pare non sia così banale come chi è nato in provincia è più portato a pensare. quindi, ecco un po’ di dritte!
perché camminare?
che sia il tragitto casa ufficio, che sia una gita fuori porta nel weekend, che sia un cammino di più giorni, non serve compiere imprese in luoghi remoti e in condizioni estreme per rendersi conto del potere che ha camminare.
Il norvegese Erling Kagge, alpinista, camminatore, filosofo, ha raggiunto entrambi i poli e una cima dell’Everest, primo uomo al mondo a riuscire in tutte e tre le imprese – e primo a raggiungere il polo Sud in solitaria. Ha camminato per tutta la rete fognaria e metropolitana di New York, infilandosi tra le viscere di una delle città più frenetiche del globo, fino a raggiungere l’Oceano. Ma non serve compiere imprese straordinarie in luoghi remoti e condizioni estreme per rendersi conto del potere straordinario che ha camminare.
Oltre a essere la modalità più sostenibile di spostamento e ad avere benefici in termini di salute fisica e mentale, come racconta Kagge nel suo saggio “Camminare. Un gesto sovversivo", attraverso dati scientifici, esperienze personali e citazioni dei più grandi pensatori, ci permette di rompere il ritmo innaturale a cui ci ha abituati la contemporaneità, liberandoci, e di farci riscoprire il rapporto con noi stessi e con la natura che abbiamo intorno.
E ha in noi le radici evolutive più profonde: «Non è stato Homo Sapiens a creare il bipedalismo, bensì il contrario,» scrive Kagge, raccontando dell’evoluzione dell’essere umano, che è diventato grazie a questa capacità, secondo il paleoantropologo Jeremy DeSilva, l’animale più complesso e potente del pianeta, tra vantaggi e svantaggi.
se ti va, puoi continuare a leggere il mio articolo su wu 129, e ti consiglio anche il libro di kagge che ho citato, sono 12 euro ben spesi e stanno comodi in borsa/zaino.
come cominciare? i trekking.
una delle ultime volte che sono tornata a biella a trovare i miei ho puntato come d’abitudine la sveglia prestissimo la domenica mattina e sono andata a farmi una ventina di km di passeggiata. mentre ero quasi a casa, ho incontrato il signor emanuele, che mi tagliava i capelli quando ero piccola, più di 20 anni fa. lui non si ricordava di me, ma di mia madre sì, e soprattutto di mia nonna. e la cosa che ricordava di mia nonna, oltre al suo essere estremamente gentile, era che le piaceva camminare. quanto ero altrettanto giovane, mi padre mi portava spesso a fare trekking: un modo di fare sport all’aria aperta comune per chi nasce a biella, a due passi dai boschi e dalla montagna.
dirai: beh, sei una privilegiata. con quel dna e quell’imprinting per te è quasi naturale e deve essere facile riuscire a organizzare trekking e cammini. in parte lo è, anche se anni di vita milanese, a rincorrere studi, lavoro e sopravvivenza mi hanno allontanato molto da tutto questo.
credo che quello che rende facile fare qualcosa sia l’urgenza. se non organizzassi regolarmente le mie camminate urbane e in natura, “togliendo” tempo ad altre cose, credo che impazzirei. è il mio corpo che me lo chiede: buoni amici a cui chiedere consigli di posti da vedere e il potere di internet colmano il resto.
trekking: come affrontarli e come equipaggiarsi
come dice sempre il mio amico valerio, citando il generale baden powell, fondatore del movimento scout, “non esiste buono o cattivo tempo, ma esiste buono e cattivo equipaggiamento”. questi significa che, verificato che le condizioni meteo non rischino di metterci in pericolo, non dobbiamo aspettare per forza la giornata di sole perfetta (anche per d’estate ve la raccomando), ma anche con le nuvole e un po’ di pioggia tutto è gestibile. in generale, i miei consigli di base sono:
ricontrolla il meteo la sera prima, e il giorno stesso – quello dell’aeronautica militare è affidabile;
parti presto la mattina, dopo una bella notte di sonno e una buona colazione, e non avere fretta di arrivare;
non servono vestiti fancy, ma che siano tecnici – anche se di marche più economiche. per cominciare con escursioni in giornata ti bastano un paio di pantaloni, almeno due magliette, così da avere un ricambio se sudi, calze e scarpe da trekking, una buona felpa e un guscio impermeabile, un cappello per l’estate, guanti, scaldacollo e leggins e maglia termica per l’inverno. io ho sempre un poncho idrorepellente per ogni evenienza;
poco e semplice equipaggiamento: una buona scorta d’acqua, a seconda di fontanelle e durata, crema solare e occhiali, snack, un telo termico, un piccolo powerbank, una torcia da testa, bastoncini, un piccolo kit di pronto-soccorso con ago e filo, fazzoletti un sacchetto di plastica per i tuoi rifiuti. lo zaino fallo la sera prima di partire, altrimenti dimentichi qualcosa di sicuro;
impara a individuare e leggere la segnaletica – e se hai paura di perderti non fidarti di google maps ma piuttosto di app come komoot, che hanno le tracce gps.
ho dimenticato qualcosa?
trekking: come scegliere dove andare?
per prima cosa, parti da qualcosa che sia in linea con la tua condizione fisica. scegli durate più brevi per cominciare (non più di 2h di salita), dislivelli moderati e sentieri facili, in modo da conoscere pian piano le capacità del tuo corpo. queste informazioni sugli itinerari le trovi sulle guide e sul web – se vuoi più informazioni scrivimi.
fatti ispirare dai reel che trovi sui social dopo aver educato il tuo algoritmo, ma non limitarti a quelle informazioni super sintetiche e documentati sempre;
ragiona in un ottica di prossimità e comincia a esplorare i luoghi vicini a casa, a portata di treno o di autobus;
fidati dei suggerimenti degli amici più esperti.
spunti lombardi
viadamilano è il progetto nato 4 anni fa da un’idea di pierre d’alfonso per unire le sue due passioni principali, il trekking e i treni, con l’obiettivo di promuovere lo sport outdoor di prossimità, utilizzando mezzi ecosostenibili e disincentivando l’uso della macchina.
“il trekking ferroviario è un’escursione giornaliera realizzata utilizzando come mezzo principale il treno: racconto ferrovie attive, ma anche dismesse e abbandonate, e offro itinerari che vanno da stazione a stazione, o ad anello, che tornano alla stazione di partenza.”
pierre vorrebbe anche promuovere un miglior servizio non solo per chi pratica sport, ma anche per i pendolari, per cui il treno non deve solo essere un mezzo per raggiungere milano, ma anche per andare altrove. creando una domanda più alta e maggiori maggiori richieste di un servizio migliore del trasporto pubblico potrebbe incentivare un miglioramento. come ha raccontato a laltramontagna.it,
“cerco anche di valorizzare il fatto che, come ci insegnano a scuola, la montagna inizia dai 600 metri di quota, e quindi cerco dare spazio alla bassa e media montagna. cerco di incentivare il turismo di prossimità proponendo anche trekking urbani da realizzare usando linee suburbane o addirittura la metropolitana, proprio perché anche quando si va in montagna bisogna essere già educati in città”.
queste sono 3 consigli di trekking ferroviari in lombardia:
🛤️ (facile) rifugio camposecco - si parte dalla dalla stazione di lecco maggianico e si arriva al rifugio camposecco, per scendere poi alla stazione di calolziocorte e ripartire da qui;
🛤️🛤️ (medio, ad anello) varese vista svizzera - partenza dalla stazione di porto ceresio: si risale il monte grumello e pravello, attraversando i resti della linea cadorna, con magnifici scorci sul lago di lugano;
🛤️🛤️🛤️ (difficile) tra como ed erba - arrivati in treno a como, si prende la funicolare verso brunate per salire sul monte bolletto e sul bollettone, per poi riscendendo da alpe del vicerè verso erba.
altri spunti lombardi
ripesco i super consigli di valerio e vi segnalo tutti i trekking che ho fatto consigliata da lui:
🌱 (facile/medio) sentiero del viandante - qui il video - è diviso in quattro tappe (lecco – lierna; lierna – varenna; varenna – dervio; dervio – colico) raggiungibili facilmente in treno. la mia preferita è la seconda (la variante alta è più tosta per il dislivello), e mi manca ancora la quarta;
🌱 (medio) passeggiata da canzo ai corni - qui il video - in macchina o treno si arriva a canzo, poi si va in direzione del rifugio sev, dove si giunge dopo un paio d’ore e si pranza (meglio prenotare!). ancora una quarantina di minuti e puoi arrivare in cima ai corni. lì la difficoltà diventa più alta perché ti devi quasi arrampicare;
🌱 (medio) verso il monte cornizzolo - si parte dal crotto del capraio a civate, si passa per il monastero di s. pietro al monte, si arriva al rifugio sec e poco dopo si raggiunge la vetta del cornizzolo; volendo si può proseguire verso il monte rai. la salita richiede per entrambe le vette circa 3 ore;
🌱 (medio) rifugio rosalba - qui il video, con versione più o meno lunga - si può arrivare partendo dai piani dei resinelli sia per la via delle foppe (segnavia 9 – poco più di 2h – io ho fatto così!), sia per la “direttissima” (segnavia 8 e 8/a, circa 3h), molto più impegnativa e selvaggia, passando per il rifugio carlo porta, evitare se sei alle prime armi;
🌱 (medio) bivacco locatelli - qui il video - si trova sul monte due mani ed è raggiungibile in più modi: se hai meno tempo e hai l’auto puoi partire da cremeno/maggio, oppure, come abbiamo fatto noi, dal culmine di san pietro. altrimenti puoi partire da ballabio, ma è molto più lunga e ci sono 1000 di dislivello, quindi occhio;
🌱 (medio/difficile) rifugio azzoni - qui le foto – si trova a 1875m ed è in cima al resegone. a questo link trovi tutti gli itinerari. noi abbiamo scelto il primo, partendo dai piani d’erna, a cui siamo arrivati con treno + bus. a fine giornata eravamo cotti;
🌱 (difficile) rifugio brioschi, arroccato a 2403m sulla grigna settentrionale offre una vista incredibile. io sono partita da colle di balisio (lecco) e ci ho messo circa 4 ore a salire, facendo 1600m di dislivello. se parti da cainallo, è più semplice. in ogni caso, ti consiglio di farlo quando avrai un po’ di allenamento.
nelle prossime puntate anche consigli non lombardi, giuro!
appunti sparsissimi in quantità:
quanto è sottovalutata la camomilla?
quanto è bello riuscire a prendersi cura? di sé, degli altri. della fiducia nel mondo;
c’è qualcosa di più liberatorio del karaoke? a parte fare la cacca. qui un articolo che ho scritto per wu;
un bel pezzo sul new york times a proposito della connessione tra disordine e salute mentale;
i millennial (come me) stanno crescendo animali domestici anziché figli
ah, ho appena scoperto che questa newsletter che hai letto uscirà: io vedo il futuro, tu vedi il passato, e stiamo guardando la stessa cosa. (:
come sempre aspetto commenti, consigli e domande e ti spoilero che nella prossima parlerò di cammini, quindi fammi sapere… cosa vorresti sapere!
ti abbraccio <3






