ciao,
come stai?
io ho la testa detonata dal* vino bianco di ieri sera: era buono, ma abbinato a una serie di racconti di traumi miei e altrui, serviti al posto della cena che ho saltato – una ciotolina di olive non conta, e neanche un pacchetto di cracker gluten free abbinati al cioccolato salato di modica ingurgitati intorno alla mezzanotte per asciugare tutto –, è risultato nel bisogno di chiudere tutto con due giri di amari. d’altra parte confessarsi con uno sconosciuto con cui c’è sintonia dialogica a volte è molto più liberatorio che aggiornare chi già ci conosce bene, ma chiede anche a supporto almeno un bicchiere, di cui poi si perde il conto.
*non è italiano, ma credo renda l’idea
risultato: ora voglio morire, tra due ore ho un colloquio di lavoro, in cui spero di riuscire a evitare refusi che sto seminando in questo testo che non avrò il tempo di rileggere come al solito e che vedrò postumi (per i postumi), rabbrividendo, e ho anche deciso che a seguire andrò in palestra per espiare i miei peccati.
faticosamente, sistemo in fila una serie di pensieri e di circostanze sparsi, che non hanno nessi causali, ma che si sono accavallati in quest’ultimo periodo suscitando un me una domanda:
quanto può essere spaventoso il lungo termine?
non in modo generico, generale. in un certo momento forse, in cui siamo in un certo modo, con un certo bagaglio di esperienze che pesa ancora sul metabolismo, come una cena da giannino l’abruzzese – che ora ha aperto anche in via savona, svoltando tutto, come solo la pecora sa fare.
first thing: sono reduce da un addio al nubilato in cui la metà delle partecipanti erano sposate (con e senza figli). le altre, tranne una, fidanzate. quella non fidanzata sta comunque frequentando a distanza (qualsiasi cosa questo significhi) un ragazzo, ha la testa impegnata, qualcuno a cui rivolgere i suoi pensieri.
non ho mai subìto la pressione familiare, nonostante abbia un numero spropositato di cugine, tutte femmine, tutte leggermente più grandi di me, tutte sposate e quasi tutte con almeno un figlio all’attivo. i miei in questo sono fenomenali, mi hanno sempre detto di prendermi i miei tempi e mai fatto domande tipo: “ma quando ti sistemi?”.
non ho subìto neanche la pressione di alcune amiche della sposa, più giovani della sottoscritta, che non conoscevo e che continuavano a ripetere “mio marito”, insinuando in me più che ansia un senso di straniamento.
non ho subìto nemmeno il fatto che la sposa quando siamo andate a ballare il sabato sera mi abbia lanciato tra le braccia di un tizio più sudato che ubriaco (ed era molto ubriaco), con la camicia a fiori e un cappellino natalizio che era appena stato distribuito da un vocalist sotto effetto di stupefacenti, dicendogli “prendi lei che è ancora single!”. la sposa era più ubriaca che sudata, e faceva molto caldo, soprattutto sulla pedana danzante su cui avevano fatto montare una serie di ragazze conciate – come lei – da addio al nubilato, tra veli bianchi e altri gadget più o meno volgari: un piccolo esercito di future mogli, tutte destinate al matrimonio entro settembre. chissà quante di loro sono esaltate, e chissà quante di loro hanno una paura fottuta. di rimanere sole, o di non rimanerlo più.
seconda cosa: la settimana scorsa, per un nuovo progetto fotografico a cui ho deciso di dare inizio ora che ho apparentemente (leggere episodio precedente di maniae) più tempo, ho fotografato un mio ex fidanzato, la sua compagna e la bambina che hanno avuto 8 mesi fa. è stato molto bello ritrovarlo in questa veste, vederlo felice, scoprire un’armonia domestica reale e che farebbe invidia a chiunque, ma invidia buona dico.
leggo di donne e di coppie che dopo il parto si ritrovano devastate, e ho visto invece qualcosa che funziona, nonostante le difficoltà che possono esserci nel vivere una rivoluzione, il che mi ha messo una serenità e una gioia incredibili. ritrovare una persona a cui ho voluto molto bene e condividere un pezzettino della sua nuova vita è stato molto forte e trovare qualcosa che è solo all’inizio ma ha il sapore di un lieto fine è consolante, soprattutto viste le storie di appuntamenti ed esperienze tragiche di amici e amiche che continuo a sentire - e ogni tanto a vivere. mi chiedo se una possibilità come questa esista per tutti, e soprattutto, comunque, quanto molti la desiderino, e quanto tanti altri possano essere, piuttosto, terrorizzati da una cosa irreversibile, come mettere al mondo qualcuno, restando per sempre legati a qualcun altro, nel bene e nel male.
tercero: una persona che è entrata nella mia vita da poco, ma a gamba tesa, mi racconta davanti a uno spritz select che esce con una ragazza che gli piace molto, con cui le cose vanno lentamente e va bene così. mi dice che ha paura perché dopo l’ultima storia che lo ha lasciato a pezzi – e che in questo ci ha permesso di conoscerci e riconoscerci in un momento molto simile - l’idea di impegnarsi già di nuovo lo spaventa. e io lì per lì gli rispondo da un lato di vedere come vanno le cose, senza decidere a priori, dall’altro che alla fine se deve succedere succede e di non aver questa paura, nel momento in cui le cose funzionano. che è così bello quando sei agli inizi e le cose vanno, e ci si trova bene, che precludersi in partenza qualcosa di più serio sarebbe da folli.
pochi minuti dopo mi rendo conto che ho la stessa identica paura, e la metto a fuoco: dopo la relazione così lunga e impegnativa da cui sono uscita, l’idea di rinunciare alla libertà che ho riconquistato e di cui sto godendo a pieno (e non parlo di poter frequentare chi mi pare, ma di avere i miei spazi, i miei tempi, una routine che governo io ed è al massimo scandita dagli impegni di lavoro e dagli appuntamenti in cui mi prendo cura di me che programmo io) effettivamente mi spaventerebbe. non è il discorso del “non mi voglio impegnare” o dell’"ora mi voglio divertire”. è proprio l’idea di tornare già a destinare uno spazio, dei compromessi, delle energie così preziosi a qualcuno che potrebbe interrompere questo momento che sto dedicando a me. non so se capisci cosa intendo. mi dico, e ci dico, “c’è tempo”.
quatrième: ieri sera, motivo del mio folle hangover, ho fatto un lungo aperitivo con una persona che si era offerta di ospitarmi quando ero disperatamentissimamente in cerca di casa in una stanza libera della casa che divide con la sua attuale compagna, e che mi ha raccontato del suo matrimonio (precedente) – fatto d’impulso con la persona decisamente sbagliata e con l’idea di salvarla–, le annesse vicende successive alla scoperta di un tradimento, da cui gli auguro quanto meno di ricavare un film, e un complicatissimo divorzio – se non altro dal punto di vista burocratico. qualche settimana fa al supermercato avevo incontrato un ex collega di poco più grande di me che mi ha raccontato di come anche lui stia divorziando, dopo che il matrimonio con la persona con cui stava già da parecchi anni – il classico passo che le coppie di lunga data si impongono a un certo punto – è andato in crisi a causa di una serie di circostanze sfortunate, impreviste e davvero dolorose.
non starò a fare una filippica contro il matrimonio – o contro la sua crisi –, che trovo una scelta personale e con tutte le sue motivazioni romantiche o strategiche che ogni coppia deve valutare senza che la gente rompa le palle con discorsi di principio, favorevoli o contrari che siano. in questo caso potrebbe esserci di mezzo un matrimonio come una convivenza e basta – esclusi i suddetti casini burocratici per cui, ecco, forse eviterei almeno quelli fatti così d’impulso in stile las vegas –, finché non ci sono figli di mezzo è comunque tutto relativamente facile.
in ogni caso, forse a farmi specie, per chiudere il cerchio aperto con il primo punto, non è che sono circontata di persone sposate o prossime a fare il grande passo, ma che ormai fioccano i divorzi e separazioni anche intorno a me. e quindi approfondisco —>
separazioni in aumento dell’11% tra il 2010 e il 2019
secondo i dati di prontopro, portale che permette di trovare professionisti di qualsiasi tipo in base alle proprie esigenze, nel 2020 le richieste per una consulenza da un avvocato divorzista erano calate rispetto alla media – sai, mica facile fare le cose in lockdown, a parte litigare, intendo. nel 2022, invece, le richieste di divorzio hanno raggiunto quota 7.000 nei primi 10 mesi dell’anno, un aumento del 25% rispetto al 2021. pare che il picco di richieste sia arrivato soprattutto nel mese di settembre, con un aumento del 135% rispetto a quelle di settembre 2021. ipotesi di chi ha raccolto i dati? la convivenza forzata a cui ha obbligato il lockdown avrebbe indebolito i legami di molte coppie. teniamo questa ipotesi e andiamo avanti.
cerco di ampliare lo sguardo: anche moneyfarm, società di gestione del risparmio, ha realizzato un'indagine sulle separazioni e i divorzi nel 2022, per promuovere ovviamente l’utilizzo di strumenti di risparmio [ndr. poco sotto approfondisco la tematica], ma comunque con informazioni interessanti.
dai nostri dati emerge che ogni 5 minuti in italia una coppia decide di separarsi, un imprevisto che si verifica con sempre maggior frequenza.
riporto qui alcuni dati raccolti da repubblica:
Le separazioni legali sono l’indicatore più affidabile per misurare il livello di instabilità coniugale del nostro Paese. Nonostante le semplificazioni sui divorzi apportate nel 2014, infatti, non tutte le separazioni si trasformano poi in divorzi.
[Tra il 2014 e il 2016 le richieste di divorzio sono cresciute dell’89%, ma una volta esauritasi la spinta propulsiva della nuova normativa, i divorzi hanno cominciato a calare a partire dal 2017. Nel 2019 sono scesi del 14% rispetto al picco post-riforma, attestandosi a 85.549. Come nel caso delle separazioni, anche le richieste di divorzio sono diminuite nel 2020 con la pandemia: -22%, per un totale di richieste scese a 66.662].
In Italia avvengono in media 267 richieste di separazione al giorno, ovvero una ogni 5 minuti.
Per fare un confronto, i nuovi matrimoni rimangono comunque più alti, con 504 richieste al giorno, una ogni 3 minuti.
Le separazioni sono aumentate dell’11% tra il 2010 e il 2019 passando da 88.191 nel 2010 a 97.474 del 2019.
A trainare questo trend è stato il Sud Italia, con gli aumenti maggiori in Calabria (+66%), Abruzzo (+45%) e Molise (+34%). Si è assistito a tendenze al ribasso, invece, nel Lazio (-9%), Friuli Venezia Giulia (-7%) e Liguria (-1%).
Nel 2020 le richieste di separazione sono in realtà diminuite del 18% anche a causa del blocco delle attività.
un bel pezzone con infografiche del sole24ore l’anno scorso faceva il punto tra italia ed europa, che tra i vari numeri ci dice che
Dal 1964 a oggi il tasso grezzo di divorzio è sostanzialmente raddoppiato, passando da 0,8 per 1.000 persone nel 1964 a 1,6 nel 2020. Tuttavia, parte di questo aumento può essere dovuto al fatto che in diversi Stati membri dell’UE il divorzio è stato legalizzato durante questo periodo (ad esempio, in Italia, Spagna, Irlanda e Malta).
e che
L’Italia con 1,6 matrimoni per 1.000 abitanti nel 2020 è fanalino di coda* in Europa, Seguita da Portogallo (1,8), Spagna e Irlanda (entrambi 1,9). Lo è tuttavia anche per numero di divorzi: si divorzia meno che nel resto d’Europa.
*quanto odio l’espressione “fanalino di coda”!
qui i dati istat sui matrimoni, con anche l’aggiornamento sul 2022.
qui invece trovi i costi e le modalità di divorzio se vuoi approfondire.
un matrimonio in grande stile è sicuramente più caro, ma magari rinunciate alle lucine carine nel giardino in cui serviranno l’aperitivo e tenete qualcosa da parte per ogni evenienza :P
non pensavo di aver bisogno di un educatore finanziario, ma grazie a lui ho scoperto che se non cambio le mie abitudini di consumo non comprerò mai casa.
mi hanno chiesto in tanti informazioni sul corso di educazione finanziaria di cui ho accennato brevemente sul mio profilo instagram nei giorni scorsi.
il corso, promosso dal comune di milano, è gratuito e io l’ho intercettato grazie alla newsletter che mandano quasi giornalmente e che non sempre ho il tempo di leggere, quindi che culo che quel giorno lì l’ho aperta.
come spiegano sul sito,
Il servizio è gratuito e prevede l’accompagnamento personale da parte di un educatore finanziario abilitato, proveniente dal mondo del terzo settore. Il servizio è conforme alla norma tecnica di qualità UNI 11402:2011 “Educazione finanziaria del cittadino” e si rifà alle esperienze internazionali del Governo inglese (Money Advice Service) e delle principali città statunitensi (Offices of Financial Empowerment) nell’offrire un supporto per il benessere delle famiglie.
nella pratica, dopo un primo incontro introduttivo collettivo in cui vengono spiegati alcuni principi e tool utili, comuncia un percorso con un educatore che in un’ora e mezza ad appuntamento cerca di aiutarti ad analizzare il tuo patrimonio, le tue abitudini e gli obiettivi economici che vuoi raggiungere, consegnandoti degli strumenti per amministrare meglio le risorse a seconda delle tue esigenze.
alert: non è un consulente che ti potrà suggerire la miglior assicurazione sanitaria o la banca o il fondo attraverso cui aprire un piano di risparmio – non lo può proprio fare per contratto –, ma comunque ti darà una grossa mano a capire quanto il tuo stile di vita attuale sia sostenibile.
ad esempio con la compilazione di un “consumometro”, cioè una tabella in cui redicontare ogni voce di spesa annuale (ad esempio casa, alimenti, abbonamenti, bollo auto e moto, consumi, istruzione, abbigliamento, svago etc.) in modo da renderti conto delle cifre e delle percentuali. queste verranno poi confrontate con i tuoi guadagni e attraverso alcuni calcoli fatti insieme potrai valutare quali voci possono essere ridotte o tagliate.
io, oltre a rimanere sconvolta da tutto un sommerso di spese di cui non ero pienamente consapevole, ho scoperto che per non andare in rosso dovrei spendere al massimo 30 euro in svaghi a settimana e 50 al massimo di spesa al supermercato. se penso a quanto costa uno stile di vita anche non particolarmente “socialone” a milano e al fatto che ho mille intolleranze alimentari che mi impediscono di mangiare un sacco di cose che potrebbero essere abbordabili (tipo la pasta col tonno) mi chiedo se mai riuscirò in questa impresa.
fare progetti a lungo termine anche in termini economici e di risparmio richiede un mindset davvero specifico: un aiuto non guasta.
nel viaggio di ritorno dall’addio al nubilato ho abbondantementa parlato con la mia compagna di viaggio di dating e di red flags, intese come quei “segnali di avvertimento che indicano un pericolo a cui prestare attenzione” che leggiamo nelle persone quando iniziamo a frequentarle.
ce ne sono alcune su cui possiamo essere tutti tendenzialmente d’accordo – tipo alcune che hanno raccolto anche i geni di overheard la, in grado di beccare soggetti che ogni tanto ti fanno dubitare dell’evoluzione della specie. e poi ognuno ha le sue, personalissime, che derivano da brutte esperienze da non ripetere. io per esempio comincio a insospettirmi quando l’altra persona mi dice di propria spontanea volontà di essere dei gemelli, oppure se dopo due appuntamenti inizia a chiamarmi con dei vezzeggiativi che reputa carini, e non con il mio nome. ma chi ti conosce?
quali sono le tue red flags? 🚩 commenta qui o scrivimi su instagram in dm, che poi raccolgo le risposte nella prossima newsletter!
ah, dimenticavo: auguri papà, ti voglio bene!